Tour de France 2018, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.

TOP

Dylan Groenewegen (LottoNL-Jumbo): Da brutto anatroccolo a cigno nel breve volgere di 48 ore. In due giorni l’olandese si trasforma nel dominatore assoluto delle volate e raggiunge Sagan e Gaviria alla voce successi parziali. Anche ad Amiens il suo sprint rasenta la perfezione per impostazione, scelta e progressione, tanto da far sembrare la vittoria quasi facile.

Greg Van Avermaet (BMC Racing Team): Non fa niente di trascendentale (e non poteva essere altrimenti su un percorso simile), ma il secondo di abbuono che rosicchia sul Traguardo Bonus, nel totale disinteresse degli avversari, gli permette di puntellare la maglia gialla in vista di un arrivo che ben si adatta alle sue qualità.

John Degenkolb (Trek Segafredo): Indipendentemente dai declassamenti, che gli permettono di chiudere il podio di giornata, quello odierno è il suo miglior risultato in questa edizione della Grande Boucle. Non ha più lo spunto dei migliori sprinter del (o della) lotto, ma alla vigilia del traguardo posto in una cittadina che ben conosce, ricava una discreta iniezione di fiducia.

FLOP

Fernando Gaviria (Quick-Step Floors) e André Greipel (Lotto Soudal): Le carezze reciproche che si scambiano in prossimità del traguardo, correndo rischi enormi a velocità folli, cambiano l’ordine d’arrivo e, soprattutto, mortificano la rincorsa alla maglia verde del colombiano. Ora raggiungere Sagan diventa un’impresa quasi impossibile.

Arnaud Démare (Groupama-FDJ): I compagni di squadra sono sempre al posto giusto negli ultimi cinque chilometri, ma lui evapora nella nuvola rossa della Lotto Soudal e li perde di vista. Un errore imperdonabile, fotografato perfettamente dallo stupore con cui gli stessi gregari commentano le (mancate) gesta di un velocista svuotato.

Marcel Kittel (Katusha-Alpecin): Abbonato alla categoria, quest’oggi decide di iniziare a faticare ben prima dell’arrivo e ben al di fuori di ogni logica. Soffre ogni minima piega del percorso e allo sprint non ci prova neppure, chiudendo sedicesimo. Alla formazione russa ha evidentemente spedito il gemello meno potente, carismatico e “cattivo” del fu Marcel.

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